lunedì 25 novembre 2013

Bdsm totalizzante e spersonalizzante: SSC, Rack o pericolosa deriva?


Nel mio girovagare per il web, ho visitato tanti, tantissimi siti bdsm, forum e anche siti e blog di svariate Mistress.
Mi ha incuriosito una cosa: spesso ho trovato una frase ricorrente specie nei blog di alcune Mistress o nelle sezioni moneyslavery di alcune Mistress. Una cosa che veste il bdsm di un concetto davvero totalizzante e molto forte. In parole povere chi intraprende una certa strada deve porre la padrona prima di ogni cosa al mondo.
Si legge sul sito di una mistress nella sezione dedicata alle candidature: “Io, la tua Dea, verrò prima di tutto e tutti, senza eccezione alcuna”. Questo è un leit motiv che si ripete spesso nei siti visitati. D'altronde lo conferma anche uno schiavo di una nota mistress nel suo blog: “ l'ho espressamente detto anche alla mia padrona, viene prima di tutto e di tutti”. Volendo alzare il tiro, il concetto viene esplicato in maniera meno generale altrove, dove tra le regole di una dominante si legge: “OGNI PERSONA PRESENTE NELLA VS VITA , COMPAGNA, AMICO, FAMIGLIA ,GENITORI, ECC...NON AVRANNO IMPORTANZA COMPARATA AD UN MIO ORDINE O DESIDERIO. SE NON RIUSCIRETE AD ESAUDIRE I MIEI ORDINI E RISPETTARE LE MIE REGOLE SARETE RIGETTATI”.
Lo stesso concetto lo si può riscontrare anche nella concezione di dominazione di mistress estere; una moneymistress, modella, prodomme americana argomenta: “Alway put Princess first! Yes, I'm sure you love your mom and maybe you are married with kids....blah, blah, blah. If you adore the Princess, and we both know you do, then you will make any sacrifice necessary to make her happy”.
Mi sono sempre chiesto se questi proclami siano chiacchiere da chi vive di fantasie, se sono atteggiamenti espressi per mantenere un personaggio e attrarre verso sé il sottomesso di turno traendone così un qualche beneficio monetario o materiale. Ma ammettiamo che ci sia davvero della consapevolezza dietro a queste parole e ammettiamo che qualcuno che legge sia davvero pronto ad aderire a un programma così drastico. Può davvero il bdsm assumere dei connotati talmente invasivi da far si che si rinneghi tutto per la figura dominante?
Ho sempre creduto nella regola del SSC. Ma tale scelta è SSC? E quand'anche fosse Rack può spingersi verso un limite così estremo, dato che comunque io non penso al Rack come una sorta di libertinaggio? Analizzando meglio:
- Sano: non credo che per sanità si intenda solo l'integrità fisica. Guardiamo alla sanità come concetto che investe tutti gli aspetti dell'uomo (salute, psiche, vita sociale). E' sano ritenere inferiori (perchè alla fine di questo si tratta) persino gli affetti più cari di fronte alla padrona? E' sano annullare la propria vita sociale?
- Sicuro: per sicurezza non penso solo alle pratiche eseguite con tutte le precauzioni del caso di modo che non ledano l'integrità fisica di una persona. E quella morale? Quanto è sicuro, per il presente e anche per il futuro di un individuo, piegarsi in maniera così totale e spersonalizzante?
- Consensuale: E' vero chi accetta di divenire schiavo lo fa per una sua libera scelta. Ma ci si può nascondere sempre dietro il consenso del singolo? Non credo. La legge per esempio non ammette il consenso sempre e comunque. Una scelta del genere è figlia di un consenso libero? Arrivando a tanto siamo sicuri che non si possa essere di fronte a una sorta di accettazione sfrenata dovuta a una dipendenza smodata nei confronti di un istinto e di una persona che lo incarna?
Ho sempre pensato al bdsm come un gioco tra le parti. Un gioco con delle regole, e che ha una “messa in scena” molto seria, i ruoli possono essere temporanei ma il dolore e le umiliazioni sono reali. Anche quando si investe in un rapporto D/s vi sono delle regole di modo che non si trascenda in maniera pericolosa. Tra l'altro a leggere e sentire le testimonianze di chi un D/s l'ha vissuto o lo vive (non posso dire la mia in quanto i rapporti D/s non mi hanno mai interessato), nemmeno questo rapporto pare freddo, distaccato, senza sentimento alcuno.
Lungi da me fare moralismi sulle scelte individuali, ma credo che una pantomima come quella da me riscontrata in tali proclami, possa avere un senso se vissuta come gioco di ruolo, in una sessione, quindi per un tempo circoscritto, per mettere del sale alla sottomissione ed amplificare l'eccitazione.
Ma come stile di vita mi lascia perplesso in quanto credo che il bdsm così vissuto implichi una perdita di contatto con la realtà, trasformandosi in una gabbia che esclude completamente il mondo esterno e le innumerevoli prospettive che può offrire.

2 commenti:

  1. Credo che chi cerca questo tipo di rapporto lo faccia proprio per isolarsi dalla realtà ed entrare a far parte di una dimensione totalizzante.
    Forse la solitudine, la mancanza di affetti e di amicizie, un qualcosa che faccia sentire importanti, allora questa potrebbe essere un modo per essere parte di un qualcosa, della vita di un'altra persona.
    Personalmente non so se ne sarei capace ma se qualcuno trovasse in questo una sua pace interiore sarei felice per lui,sempre meglio che niente.
    Il problema è se poi le cose non funzionano, se la Padrona si stanca e ti allontana, allora lì si che sono veramente dolori, non voglio nemmeno pensarci.
    Daniel Delacroix

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